THE FUTURE IS PRIVATE – il punto della situazione sulla conferenza F8 di Facebook

A pochi giorni dalla conclusione dell’F8, la conferenza annuale tenuta da Facebook per gli sviluppatori, è giunto il momento di tirare le somme

Proviamo a raccogliere tutte le novità ed i cambiamenti a cui il mondo dei social sta andando incontro. Innanzitutto, Mark Zuckerberg ha tenuto a precisare sin dalle prime battute di questa conferenza che il futuro delle piattaforme vedrà il suo fulcro nella privacy, in una sorta di ritorno alle origini per l’azienda.

THE FUTURE IS PRIVATE sembra risuonare risuonare quasi come un monito per la stessa azienda, rimasta coinvolta – appena lo scorso anno – in uno dei più grossi scandali mediatici riguardanti il rispetto della privacy dei propri utenti.

Sicurezza, interazioni private, crittografia end-to-end ed archiviazione dei dati saranno le parole chiave di questo cambiamento. Se prima Facebook veniva visto come una sorta di piazza virtuale, nel futuro della piattaforma verrà data molta più rilevanza ai gruppi, agli eventi e ai nuovi amici. Il focus, quindi, saranno gli interessi in comune. In merito a questo cambiamento, verranno implementate delle nuove funzioni quali ad esempio:

  • il feed personalizzato per le attività presenti all’interno della community nella quale si è iscritti;
  • l’aggiunta di nuovi strumenti per community specifiche (come ad esempio giochi, buy and sell, lavoro, ecc…);
  • lo sviluppo della feature Meet New Friends.

Inoltre il blu – colore sin dalle origini rappresentativo dell’azienda – verrà estremamente ridimensionato per lasciare più spazio al bianco ed al grigio. Un design accattivante, molto più fresco e pulito e già riscontrabile nella versione più recente del software.

A chiudere il pacchetto di innovazioni sul lato Facebook, l’azienda rilascerà una nuova feature chiamata Secret Crush.

Il funzionamento della feature ricorda quello delle app per incontri e pare essere piuttosto intuitivo. Sarà possibile creare una lista, composta da un massimo di 9 persone per cui si nutre interesse, al quale l’applicazione invierà una notifica unicamente nel caso in cui il sentimento è ricambiato. Questa funzionalità rappresenta una sorta di evoluzione della precedente Facebook Dating, ed è intuibile anche dalla sua disponibilità limitata agli utenti registrati alla suddetta app.

Come se non fosse abbastanza, le novità arriveranno anche su Facebook Messenger, Instagram e Whatsapp.

Entro il 2020, infatti, queste potrebbero divenire molto più collegate di quanto si immagini. La chat cross-platform sarebbe quindi il passo successivo per l’evoluzione delle tre applicazioni, implementando quindi la possibilità di mandarsi messaggi attraverso programmi differenti. In aggiunta, per quanto riguarda Messenger le innovazioni saranno corpose e potrebbero arrivare già a partire da fine anno. Una nuova veste grafica ed una rinnovata leggerezza saranno il fulcro dell’app di messaggistica. Questa infatti:

  • darà sempre più spazio alle storie dei propri amici;
  • permetterà un caricamento più intuitivo dei video;
  • introdurrà una nuova funzione di status.

Arriveranno anche gli annunci di lead generation: accessibili da Facebook Manager, rappresenteranno un’occasione per gli inserzionisti di coinvolgere i clienti – acquisiti o potenziali – tramite l’advertising.  Si avrà inoltre la possibilità di fissare appuntamenti direttamente in chat.

Meno corposi, ma non meno importanti, saranno i cambiamenti che coinvolgeranno Instagram. Verranno integrate alcune funzioni già presenti su Facebook, come ad esempio la possibilità di effettuare delle donazioni direttamente all’interno delle stories. Verrà data molta più importanza all’e-commerce, permettendo agli utenti di acquistare dei prodotti direttamente dai post dei content creator, attraverso la pagina Explore dell’app. Al momento sono 55 i creator (ed una ventina di brand) che hanno aderito alla fase embrionale del programma.  Grazie a questo, potranno inserire nel tag delle loro foto un link all’acquisto del prodotto. Instagram percepirà una percentuale dalle transazioni, anche se questa attualmente non è stata dichiarata.

Per quanto riguarda Whatsapp invece, le novità principali riguarderanno la versione API e la Business app (già utilizzate dalle aziende per automatizzare la risposta ai messaggi). Sarà implementata la possibilità di mostrare il proprio catalogo prodotti ai clienti potenziali. In arrivo nei prossimi mesi.

 

La correlazione tra Facebook Advertising e Box Office cinematografico

box office

Negli ultimi anni gli investimenti in Social Advertising, soprattutto per quanto riguarda Facebook ed Instagram, sono cresciuti in modo vertiginoso, sia per la crescita dei valori assoluti dei budget digital, sia per il sempre crescente peso relativo che hanno rispetto all’advertising display, realizzato o meno attraverso il programmatic. Questo fenomeno riguarda anche il cinema e in questo ambito abbiamo vissuto questa evoluzione da protagonisti, gestendo la pianificazione social per sempre più clienti, sempre con la massima attenzione all’ottimizzazione delle campagne. In un anno che segna il record delle risorse che abbiamo gestito in questo ambito abbiamo voluto investire un po’ di tempo nell’indagare la relazione tra Box Office e investimenti in Social Advertising.

L’area social advertising di Brad&K Productions gestisce dal 2012 l’advertising sui principali social media -Facebook, Insatgram, Twitter, YouTube e Linkedin-  di molti dei titoli cinematografici affidati alla società per progetti di Social Media Management e Digital PR.. Ad oggi abbiamo avuto modo di gestire il social advertising, in particolar modo su Facebook e Instragam, di oltre 20 titoli all’anno negli ultimi 4 anni, con budget variabili dalle poche migliaia a molte decine di migliaia di euro. In questo articolo abbiamo deciso di sintetizzare i risultati raggiunti, evidenziando alcune curiosità e traendo alcune conclusioni di carattere generale.

In particolare, allo scopo di verificare se esista una correlazione tra incassi al box office e campagne social advertising, abbiamo preso in esame i dati relativi a quasi 40 film. Partendo da titoli di cui abbiamo gestito il social advertising, abbiamo analizzato le performance di ciascuna campagna, cercando di trarre delle conclusioni utili a comprendere quali siano le leve da utilizzare per delle campagne di successo.

La selezione dei titoli è stata limitata all’intervallo temporale che va da inizio 2016 fino a settembre 2017. Non sono stati presi in considerazione titoli antecedenti in quanto la rapida evoluzione di algoritmi, budget e strategie renderebbero tali dati poco significativi.

Per elaborare l’analisi sono stati considerati i valori di unique reach, cumulative reach e le impression generate su Facebook:
• Per unique reach si intende la reach di tutte le campagne contando gli utenti unici raggiunti in tutta la pianificazione. Se l’utente X è stato raggiunto nella campagna A e B la reach sarà pari a 1.
• Per cumulative reach si intende la sommatoria delle reach di tutte le singole campagne. Se l’utente X è stato raggiunto nella campagna A e B la reach sarà 2.
• Per impression si considera il numero di volte che i contenuti relativi al titolo sono stati visualizzati complessivamente.

I dati su cui ci siamo focalizzati maggiormente sono appunto quelli di Facebook. Instagram, pur essendo in forte sviluppo, non è confrontabile né per base di utenti né per allocazioni di budget effettuate fino ad oggi, fermo restando l’efficacia della piattaforma su titoli dedicati a specifici target audience.

Chiaramente si tratta di titoli in cui la pianificazione social è una parte di un intero e più articolato piano media, tradizionale e digitale. L’investimento da noi curato è quindi una percentuale diversa del media mix, più o meno corposa, quindi anche dove si parla di correlazione tra Box Office e investimenti in Social Advertising è chiaro che lo si fa senza voler affermare un nesso causa-effetto tra le due grandezze.

Fatte le dovute premesse possiamo affermare che in media le campagne prese in considerazione hanno raggiunto almeno una volta 7 milioni di utenti unici. La frequenza, a seconda della strategia di pianificazione può andare da un minimo di 2 ad un massimo di 14 volte per campagna. Le impression medie dei titoli considerati sono di circa 44 milioni.

Limitandoci solo agli investimenti social, l’incasso al box office rispecchia in maniera direttamente proporzionale la unique reach; l’indice di correlazione tra presenze al cinema e unique reach è infatti pari all’85%.

Interessante sapere che il tasso di conversione calcolato come presenze al cinema / Facebook unique reach sia dell’8,69%, dato che, preso con le dovute precauzioni (di marketing mix) e considerazioni (di distribuzione), significherebbe che investimenti su Facebook permettono in media di portare al cinema l’8,69% di utenti unici raggiunti, con una frequenza media di esposizione pari a 6.

Impression e unique reach

L’analisi si fa più interessante suddividendo i titoli in 3 categorie di incasso:

1. Film che hanno incassato più di 10 milioni di euro al box office italiano

Nella nostra analisi questa categoria si compone di 9 titoli che hanno ottenuto in media 2.2 milioni di presenze al cinema. La unique reach media Facebook per questi titoli è stata di 11 milioni, che ne determinano la più alta percentuale di conversione tra le categorie prese in esame: 19,42%. L’indice di correlazione in questo caso è del 40%, percentuale che dimostra una correlazione media tra la vastità di utenti unici raggiunti e spettatori cinema.

2. Film che hanno incassato tra 1 e 10 milioni di euro

I 16 film che hanno incassato tra uno e dieci milioni di euro al box office sono quelli con il più elevato indice di correlazione tra unique reach e presenze cinema: 72%. Questa percentuale evidenzia la crescita direttamente proporzionale su titoli con una media di unique reach di circa 7 milioni e presenze medie al cinema di 663 mila spettatori evidenziando un tasso di conversione dell’8,54%.

3. Film che hanno incassato meno di un milione di euro

In media i 13 titoli che hanno incassato meno di un milione di euro vedono 95 mila spettatori al cinema, contro una unique reach di 4.5 milioni, quindi un tasso di conversione pari al 2,27%,  che determina un indice di correlazione negativo al 24%.

tasso di correlazione

È proprio quest’ultimo il caso di studio più interessante sul quale vale la pena fare qualche riflessione: se da un lato è necessario dare la massima visibilità ai contenuti, cercando di aumentare al massimo la reach, di contro è indispensabile anche ottimizzare la frequenza a cui un utente è esposto all’annuncio pubblicitario.frequenza e tasso di conversione Possiamo infatti notare che si passa da una frequenza media di 8 per i film con incassi superiori ai 10M di euro, arrivando ad una frequenza media di 4 per i film con incassi inferiori al milione di euro. Parlando di unique reach passiamo dagli 11.8 milioni degli over 10M ai 4.5M degli under 1M.

Dando per scontate le dovute obiezioni finali, tra le quali per noi è sovrana quella che riguarda ogni genere di attività di  marketing relativa al cinema, ovvero che la prima cosa che conta indipendentemente da quello che ci costruisci intorno è il film, possiamo tirare le seguenti conclusioni:

  • Content is the King, ma è altrettanto vero che ogni film ha il suo target audience che lo apprezzerà.
  • È controproducente aumentare la unique reach a discapito della frequenza. Ampliare notevolmente la reach con dei budget limitati non convertirà chi non ne è realmente interessato e aumenta il rischio del titolo di passare inosservato presso il suo core target.
  • La pressione e la frequenza devono esser gestite oculatamente. Raggiungere livelli di frequenza elevati in intervalli temporali ridotti, può essere controproducente.

Asset share

In definitiva, le percentuali rappresentate in questo articolo sono il risultato di strategie di pianificazione ad-hoc che mettono in relazione singoli asset con target audience accuratamente selezionati. Non rappresentano un invito ad investire ingenti budget sulla piattaforma al solo scopo di aumentare la reach, quanto l’invito di adottare una visione strategica del progetto nella sua interezza, rimanendo focalizzati sul core target. È infatti proprio dal core target che bisogna partire, producendo dei contenuti inclini ad essere condivisi. Se gli asset riusciranno ad intercettare gli interessi del core target, dopo una fase iniziale di sponsorizzazione, questi continueranno ad esser condivisi dagli utenti, ottimizzando al massimo la spesa.