WeChat: la messaggistica parla cinese

In un mondo in cui l’80% della popolazione adulta connessa possiede almeno uno smartphone, e in cui i tre quarti di essa accede regolarmente a internet via mobile, sembra più che normale assistere a un aumento vertiginoso dei servizi di messaggistica online.  Gli utenti globali di questo tipo di chat sono aumentati regolarmente di trimestre in trimestre e del 40% dall’inizio del 2013, passando da meno di 450 a un totale di 616 milioni. Stando all’analisi della società di ricerca Global Web Index, la ragione di tale successo risiede come prevedibile nella gratuità della maggior parte di tali servizi, indicata come motivo di preferenza dal 45% degli intervistati. Seguono la velocità e la facilità di impiego (41%), il carattere privato delle conversazioni (29%) e  la loro capacità di intrattenimento (21%).

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Nonostante la grande popolarità di WhatsApp, recentemente acquisita dalla stessa Facebook, il sistema di messaggistica più diffuso a livello mondiale risulta quello offerto dalla cinese  Tencent, vale a dire WeChat, con una penetrazione generale del 23% e un picco del 39% nella regione dell’Asia e del Pacifico. Al secondo posto si classifica il social network di Zuckerberg con Messenger (20%), al terzo WhatsApp (18%) e solo alla quarta compare un servizio più tradizionale come Skype (17%).

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La diffusione di WeChat significa 50 milioni di utenti in più rispetto al suo più vicino concorrente, Facebook, con un distacco che cresce ulteriormente prendendo in considerazione la sola area dell’Estremo Oriente, dove la penetrazione di questa app è di 2,5 volte maggiore rispetto a quella di Messenger. Da inizio 2013, gli utenti di quella parte del mondo sono aumentati di 200 milioni, pari cioè all’intera popolazione di un paese come il Brasile, con percentuali del 500% a Singapore, del 1200% in Malesia e  del 2350% in un territorio fondamentale per le prospettive di crescita quale l’India. Dal punto di vista demografico, non sorprende come l’utenza di WeChat sia più giovane rispetto a quella del servizio di Facebook, con il 40% concentrato nella fascia d’età 25-34 e oltre i 3/4 del totale sotto la soglia dei 35 anni.

 

Fonte: GWI